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Storia - Massimo Giacomazzo

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16 L'alzaia di Ca'Roman Visualizzazioni 122
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15 La caldaia delle salsicce Visualizzazioni 63
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14. La Belle Epoque con Giovanna Patrizia Brunitto Visualizzazioni 73
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13. La riscoperta della donna Visualizzazioni 97
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10-05-2021 14:44 - Massimo Giacomazzo
Vi consiglio anche la visione del video della conferenza che ho fatto assieme alla mia amica Patrizia Brunitto sulla riscoperta della donna che potrete trovare al link https://www.youtube.com/watch?v=XQV2rXDJvvA .
12. La Sindone Visualizzazioni 61
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11. La rivolta delle donne Visualizzazioni 105
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10. Il costume medievale Visualizzazioni 125
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9. Il costume sportivo Visualizzazioni 81
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8. Un giorno di fuoco Visualizzazioni 122
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7. Il giorno dell'infamia Visualizzazioni 104
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6. La giornata della Memoria Visualizzazioni 151
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16-05-2021 21:04 - Massimo Giacomazzo
Caro Roberto, grazie per la tua curiosità. Bisogna ricordare la profonda differenza storica e culturale tra le due visioni razziste: in Germania il Nazismo vedeva gli Ebrei come i traditori della patria, che avevano condotto il paese alla sconfitta e all'umiliazione del 1918, lucrando vigliaccamente ai danni dei combattenti e della popolazione ridotta peggio che alla fame. Questo sarebbe stato dovuto all'intrinseca e maledetta natura bestiale di chi aveva tra le altre condannato a morte Gesù, non tanto per motivi religiosi coincidenti con la riforma luterana, ma a dimostrazione della loro mancanza di qualsiasi valore umanitario, una macchia incancellabile neppure per chi, vedi il padre di Anna Frank, aveva combattuto valorosamente nelle armate del Reich di Guglielmo II- Farli odiare dai nuovi tedeschi fu insomma relativamente facile. In Italia al massimo c'era una sottile diffidenza per le pratiche un po' strane degli aderenti a quella religione, per il loro riserbo culturale dovuto a secoli di difficile convivenza nei paesi che li avevano ospitati nei secoli successivi alla loro dispersione. Hitler era ovviamente consenziente alla promulgazione di leggi contro la loro libertà, ma molti storici ritengono che dietro la facciata non fosse particolarmente entusiasta dell'omaggio del suo "amico" Mussolini, interpretandolo correttamente come un gesto di "ruffianeria" maldestra (mi sia permesso il termine) per ottenere in cambio accondiscendenza alla politica estera del Fascismo e, magari, armamenti moderni per le Forze Armate italiane, palesemente rimaste ancorate alle tecniche e alle esigenze della Grande Guerra. Non a caso la promulgazione delle leggi razziali partì dal fumoso e poco credibile, nonché falso soprattutto nei suoi presupposti storici, dibattito a sancire l'esclusività della razza italiana, fermo restando il sostanziale pacifismo della maggior parte dei nostri genitori o nonni. Come dire: sarebbe stato più facile far "odiare" un interista ad uno sfegatato juventino. Scherzi a parte dalle nostre parti mai si era pensato ad uno sterminio degli Ebrei: se penso alla mia venezianissima famiglia, immaginare che nel corso del tempo (anche solo limitandolo al periodo dal plebiscito del 1866) non fosse stata "infettata" da qualcuno di religione ebraica è ridicolo; per dirne una mia nonna paterna era ungherese con origini che si perdevano nell'Austria napoleonica. Le leggi furono insomma un parto di italianissima complicazione che, per mezzo di pindarici arzigogoli, tendeva a limitare la libertà degli Ebrei, in teoria al pari di qualsiasi non appartenente alla razza italiana, un pasticcio mal digerito in Francia ed Inghilterra, ma anche nei paesi scandinavi (per dirne una) che intrattenevano importanti rapporti commerciali e militari col nostro paese. Nel suo diabolico pensiero, Hitler aveva ben capito che quella manovra avrebbe intaccato il prestigio del suo camerata meridionale, che gli Italiani non avevano la corretta determinazione teutonica, per cui tenne per sé (e fece bene dal suo malvagio punto di vista) i progetti che avevano già portato all'istituzione di Dachau in Austria e di altri campi-pilota in zone periferiche o poco abitate del Reich, della serie gli Italiani erano troppo chiacchieroni (ma va!). Per quanto ne so, Mussolini non agì in base ad influenze dirette o istruzioni dell'alleato, incontri o documenti ufficiali: sapeva "incasinarsi" tanto bene da solo (scusa il termine). In questo momento non posso spingermi oltre, ma ti suggerirei di passare in campo dei Miracoli, dove c'è il negozio di libri vecchi e antichi del mio amico Claudio. Di sicuro ti trova quello che ti serve a completare la tua curiosità... ha, ha, è meglio di mago Merlino. Buona serata. Massimo
10-03-2021 17:03 - Roberto Laghi
Egr.prof. tornando alle leggi razziali del 38 e quindi alla questione razziale mi piacerebbe sapere in che modo la Germania di Hitler ha influenzato l'Italia e quindi Mussolini. Sarò più chiaro. I due paesi hanno discusso la questione assieme oppure Hitler ha convinto Mussolini della necessità di combattere l'ebraismo. Se si come si è manifestata la cosa: con un incontro, una lettera un trattato o quant'altro. La ringrazio buona sera.
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